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Adami Martina

Gaia e il mondo perfetto

GAIA E IL MONDO PERFETTO

Gaia è una bambina di otto anni, alta e snella. La sua caratteristica principale sono i suoi lunghi capelli rossi e mossi. Gaia è sorridente, paziente e spensierata ma, fino a due anni fa, era anche molto permalosa e irascibile, infatti si arrabbiava se non otteneva quello che desiderava e se non riusciva a raggiungere i suoi obiettivi. A Gaia è sempre piaciuto andare a scuola, sin da quando era molto piccola, perché poteva imparare, ascoltare e parlare con altre persone. Non ha mai sopportato l’esclusione delle persone ritenute diverse. Nonostante la sua giovane età, ha sempre compreso il significato delle discriminazioni, a volte anche meglio degli adulti; infatti è sempre stata una bambina molto intelligente e comprensiva. Da quando ha iniziato le scuole elementari, ogni mattina ascolta il notiziario alla radio, mentre va a scuola in macchina con suo papà e perciò è quasi sempre informata su ciò che succede nel mondo. Sentire le notizie che accadono nel mondo la fa sentire più grande e non una bambina come le altre. L’ hanno sempre colpita gli episodi di discriminazione e violenza verso le persone povere o di nazionalità diversa e lei li ha sempre ascoltati con la responsabilità di un adulto cercando di capirne i motivi. Le è sempre sembrato assurdo che potessero ancora avvenire episodi del genere e pensava, come molti, che ormai le discriminazioni fossero una cosa superata, del passato; infatti ogni volta ne rimaneva stupita, contrariamente a molti adulti. Gaia, però, rimane comunque una bambina, anche se molto ragionevole e determinata. In realtà c’è stato un episodio particolare che l’ha fatta diventare determinata, non solo nel combattere contro le discriminazioni, ma anche in quello a raggiungere i suoi obiettivi, come diventare una stella del tennis o ballare sul palco del Teatro alla Scala di Milano, ma anche desideri molto più semplici come andare al parco con i suoi compagni di classe.  Tutto iniziò un noioso pomeriggio di gennaio. Fuori pioveva e quel giorno Gaia si sentiva particolarmente triste. Proprio quella mattina durante la ricreazione a scuola era stata esclusa da un gioco a cui aveva partecipato tutta la classe. In quel momento aveva capito cosa significasse essere esclusi perché non lo aveva mai provato in prima persona, ma proprio quel giorno riuscì a comprendere la sofferenza dei bambini che subiscono pregiudizi perché considerati diversi dai loro compagni di classe. Un altro fattore che le causò tristezza fu il fatto che avesse perso la partita di tennis il giorno prima, domenica. Si sentiva delusa e incompresa, così si chiuse nella sua cameretta e cominciò a pensare, a riflettere su cosa sarebbe successo se non fosse riuscita a raggiungere i suoi obiettivi, se avesse deluso i suoi genitori, che erano tanto fieri di lei. In quel periodo, poi, le persone che incontrava e con le quali parlava, erano molto pensierose, cupe e negative e mancava un po’ di spensieratezza nell’aria, di cui lei aveva bisogno. Gaia, immersa nei suoi pensieri, decise di iniziare a leggere un libro seduta sulla sua comoda poltroncina rosa ramato ascoltando un po’ di musica, vicino alla finestra. Mentre era circa a metà del suo libro sugli animali, iniziò a sentire una musica diversa da quella che stava ascoltando, come un tintinnio. A quel punto si sentì risucchiata da un vortice di colore rosa acceso che entrò dalla porta della sua stanza.  Venne catapultata dal vortice all’interno di un lungo scivolo chiuso e stretto e provò subito una sconfinata paura. In pochi attimi pensò di star sognando, chiuse gli occhi e li riaprì, ma non c’era nulla da fare, era la realtà. Il viaggio nello scivolo terminò all’interno di una vasca piena di gelatina blu. Si guardò intorno, si trovava in un giardino che assomigliava ad uno del libro che aveva letto la settimana precedente, in cui veniva raccontata una favola. Ma lei ora si trovava lì per davvero, non era una favola e non stava sognando. Prese coraggio e riuscì ad alzarsi, anche se fu molto difficile perché era ricoperta di gelatina. Una volta alzata, cominciò a cercare qualcuno, anche se non sapeva nemmeno lei chi o cosa volesse trovare, ma le bastava qualcuno che le spiegasse dove fosse e perché. Decise allora di avventurarsi e di esplorare il posto, ma quando, ad un certo punto, guardò verso un albero vicino alla piscina in cui era arrivata, notò che c’era qualcuno. Iniziò a chiamare aiuto e dall’albero scesero una squadra di scimmiette canterine. Erano proprio una band di scimmie, non stava sognando. C’era una scimmia con il microfono in mano, due con la chitarra e una con la tromba. Ma la cosa che più stupì Gaia fu il fatto che quelle scimmiette parlassero, infatti iniziarono a chiederle informazioni e, dopo una lunga chiacchierata, Gaia riuscì a capire dove si trovasse: era arrivata in un mondo di cartoni animati e animali fantastici, dove le paranoie non esistevano e il motto era ‘‘Sii spensierato e balla!’’. Grazie ai suoi nuovi amici, Gaia incontrò molti personaggi, tra cui dei gatti canterini di tutti i tipi e razze, che le spiegarono che in quel Mondo non esistevano differenze, tutti erano amici di tutti e nessuno era escluso, infatti i loro migliori amici erano i cani!  Successivamente Gaia incontrò un branco di elefanti ballerini che le raccontarono la loro storia. Erano un gruppo di sei elefanti, tutti di età diverse ma con lo stesso sogno fin da piccoli: quello di diventare dei ballerini, ma, per la loro mole, erano sempre stati derisi dai loro compagni. Da quando però raggiunsero il mondo fantastico, capirono che non dovevano mollare e che potevano riuscirci. Da quel momento iniziarono a partecipare a lezioni di danza e diventarono molto abili, così decisero di trasferirsi lì, dove trovarono molti amici, anche se ogni tanto tornavano ad esibirsi nel loro mondo, dove ottennero successo grazie alla loro determinazione. Visitando quel mondo, Gaia notò che c’era un’aria di spensieratezza e gentilezza, non si facevano differenze e si accoglievano tutti i nuovi arrivati con gioia, lei ne era un esempio. Un altro esempio erano le sue nuove amiche zebre acrobate, che abitavano in quel mondo da qualche anno. Si erano trasferite lì perché erano delle zebre albine e, non avendo le strisce nere come le altre, venivano sempre derise e considerate inferiori. Ma finalmente avevano trovato un habitat in cui potevano vivere senza nessuno che le giudicasse, ma anzi che le accogliesse con entusiasmo nella loro simpatica comunità. Dopo aver giocato con i suoi nuovi amici, ballato con gli elefanti, incontrato animali fantastici mai visti prima ed aver suonato con la band di scimmiette, la piccola Gaia salutò tutti e, grazie ad un altro scivolo, tornò nella sua cameretta, sulla sua comoda poltrona rosa. Tutto era tornato come prima, ma lei era cambiata. Si era ormai fatta ora di cena e, mentre si gustava le prelibatezze preparate dalla sua mamma, cuoca provetta, decise di raccontare ai suoi genitori l’avventura che aveva vissuto durante il pomeriggio. I genitori rimasero sorpresi dai racconti della figlia, ma furono contenti del fatto che Gaia avesse compreso l’importanza di combattere sempre per raggiungere i propri obiettivi e di non arrendersi mai e, grazie a loro, capì anche come fosse normale non riuscirci sempre. Da quel giorno Gaia diventò una persona ancor più matura di prima, continuando ad ascoltare la radio e ad aiutare le persone che si sentivano sole come si era sentita lei, ma soprattutto ad accettare anche le sconfitte.


 




Envoyé: 20:58 Tue, 14 March 2023 par: Adami Martina